La strategia vincente e di lunga durata e 6 strumenti che ti serviranno per sostenerla fintanto che entra a regime.
Ti è mai capitato di essere pronto per andare in palestra ma proprio come stai per preparare il borsone mille cose sembravano improvvisamente più importanti?
Se ogni volta che cerchi di mantenere i tuoi buoni propositi l’universo sembra congiurare per impedirti di assolverli, allora questo articolo è proprio per te
… e ti do un piccolo indizio, l’universo non centra nulla!
Nelle prossime righe sfateremo qualche mito sulla forza di volontà e condividerò con te alcune strategie eternamente efficaci che mi hanno portato a:
1) Essere regolare nel fare pesi in palestra. (detesto fare pesi)
2) Allenarmi in modo intensivo per gareggiare in competizioni a contatto pieno.
3) Fare un percorso di adattamento al freddo ed essere in grado alla fine di fare docce fredde da 5 minuti. (cosa che continuo a fare anche se non lo consiglio).
Questi sono solo i 3 casi più eclatanti del mio percorso.
Le strategie che andrò a descriverti le ho usate in passato e tutt’ora le uso anche per tante piccole incombenze in cui la sola forza di volontà non basta.
A dirla tutta non basta quasi mai.

Tutto quello che troverai in questo articolo, è frutto dei miei studi, dei risultati dei clienti che ho avuto come coach ma soprattutto della mia esperienza personale.
Tutto quello che spiego l’ho sperimentato in prima persona ottenendo risultati concreti.
Anche io, esattamente come te, facevo una gran fatica a mantenere i miei buoni propositi.
Sì, soprattutto per quelli legati alla palestra.
Poi ho affinato una strategia di base che mi funziona sempre.
Ti spiegherò come funziona e come attuarla sostenendola con 6 passaggi fintanto che non entra a regime.
La motivazione è come il fuoco, devi dargli tempo e sostengo prima di farlo divampare.
Non temere, ti spiegherò tutto.
Partiamo dalle basi.
Vuoi essere costante in palestra? Ecco la domanda cardine che devi farti.
Questo articolo sarebbe potuto iniziare con una domanda:
“Qual è la mia motivazione per andare in palestra?”
Questa domanda mi è stata rivolta molto tempo fa quando stavo seguendo il corso per diventare mental coach. (trovi i miei certificati qui)
In quella che era una sessione simulata cliente-coach venivamo invitati a portare problematiche reali anche se non profonde.
La donna seduta di fronte a me era stata incredibilmente sincera.
Non voleva sapere come trovare la motivazione in generale ma sapere cosa motivava lei o avrebbe potuto motivarla per fare qualcosa che detestava
(andare a correre) ma che riteneva utile per tenersi in forma

Ciò che lamentava, infatti, era che non aveva lo stimolo per farlo e che quando si proponeva di andare trovava sempre mille faccende più urgenti o mille scuse per rimandare.
Ti riconosci in questo atteggiamento?
Sei in buona compagnia.
Questa domanda è la domanda cardine: qual è il vero motivo che ci dà la motivazione per allenarci?
Se non sappiamo perché dovremmo fare qualcosa, cosa mai dovrebbe spingerci a farla?
La nostra forza di volontà?
Scordatelo.
Puoi farlo per un pò, magari come strategia di breve durata, ma è come nuotare controcorrente: farai il doppio della fatica e presto o tardi verrai riportato indietro.
Allora la risposta qual è?
Lo stato di grazia di chi è costante in palestra: cosa innesta un circolo virtuoso?
Trattare questo argomento in modo esaustivo potrebbe tranquillamente riempire un libro a sé stante. Quando ci si imbatte nell’argomento nei testi per personal training, logicamente per questioni di spazio, la questione viene liquidata in modo rapido.
Viene descritto il passaggio da una motivazione esterna (dettata dal voler raggiungere un risultato e dall’assistenza del personal trainer) ad una interna in cui il cliente si rende conto dei benefici della pratica e si appassiona.
Come questo avvenga davvero in concreto è un altro paio di maniche ed è la chiave di volta che fa da spartiacque tra chi riesce a trovare motivazione e rimanere costante e chi getta la spugna dopo aver pagato in anticipo un anno di palestra e comprato l’attrezzatura.
Provato sulla pelle per tante attività.
Fintanto che non ho trovato una chiave per risolvere questo rebus.

A breve ci tuffiamo nel cuore di questo argomento.
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Bene, è ora di darci dentro ed iniziamo con lo sfatare il mito della forza di volontà.
Andare in palestra: L’inutilità di faticare senza senso e il vantaggio di essere pigri.
“Volli sempre volli, fortissimamente volli” diceva Vittorio Alfieri (che in verità scriveva ”vòlli, e vòlli sèmpre, e fortissimaménte vòlli” )
Questa frase è stata spesso usata come emblema della forza di volontà che vince su tutto.
Beh, non è così, sicuramente non se sei una persona comune a cui, di base, l’idea di andare in palestra non è qualcosa di allettante.
Siamo sinceri.
Pochissime persone vedono un incentivo nell’idea di faticare come una bestia
Essere “pigri” è nell’ordine naturale delle cose.
Se pensi in chiave evolutiva, i nostri antenati dovevano risparmiare energie ed utilizzarle in modo intelligente per sopravvivere.

Tutte le nostre risorse hanno una misura limitata.
Forza, resistenza, volontà, capacità decisionale tutte, se non utilizzate in modo intelligente, prima o poi si esauriscono ( e tu ti esaurisci) .
Certo ci sono i mostri della genetica che ne hanno in maggior quantità ma sul lungo periodo, se non indirizzano le loro energie in modo appropriato, si ritrovano al varco come tutti gli altri.
Questa cosa va capita e va capita in fretta.
La buona notizia è dunque che essere pigri non è un ostacolo ma la condizione naturale delle cose. Il punto è passare dal “so che devo ottimizzare le risorse” al “inizio ad utilizzare le mie risorse”.
Facile?
No, ma nemmeno difficile se si segue la strada giusta e si individuano degli obiettivi validi.
Come trovare la voglia di andare in palestra ( e bypassare lo scoglio della forza di volontà)
Io vivo di sfide.
Ho un meccanismo perverso per cui se mi interessa qualcosa e allo stesso tempo mi sembra impossibile ho la fortissima tentazione di tuffarmici.
Il mio percorso nel coaching e come mental coach ha acuito questo mio tratto.
Di fatto aggiunge un gradiente di interesse ulteriore: trovare il giusto percorso mentale per raggiungere l’obiettivo. Nel coaching come nelle arti marziali provo sempre personalmente quello che poi offro come insegnamento e voglio che funzioni. (una breve descrizione di come intendo il coaching la trovi qui)
Metto subito le mani avanti e ammetto che non è andata sempre bene. Anzi, soprattutto all’inizio ho sbattuto la faccia su diverse imprese. Ma, mano a mano che andavo avanti ed imparavo, vedevo sempre più quali erano le costanti che mi consentivano di raggiungere risultati sul breve e lungo periodo e cosa, invece era capace di frenarmi.

Non la tirerò tanto per le lunghe anche perché l’ambito è molto ampio.
Ti passo solo quella che ho trovato essere la chiave di volta per rimanere motivati nelle attività fisiche.
Stai sereno, non hai bisogno di sederti, è di una banalità sconcertante.
Per essere motivati nelle attività fisiche, ti deve piacere l’atto fisico dell’attività.
Ma non è questa la cosa interessante.
Perché sicuramente dirai: “Fin qui ci arrivavo anche da solo!”
La cosa interessante e che ho scoperto funzionare bene è che il fatto che ti piaccia fare un’attività fisica è riproducibile e puoi, con le dovute differenze, crearne un surrogato che ti supporti nell’essere costante.
Dai che iniziamo a fare sul serio.
Verso il nucleo della voglia di andare in palestra: la radice che genera motivazione e perseveranza.
Parlando dal punto di vista tecnico, i fattori che influenzano i nostri meccanismi decisionali in previsione di un obiettivo riguardano principalmente l’identità che mi do come individuo ed i valori a cui faccio riferimento.
Se il “chi sono” e il “ciò in cui credo” sono allineati all’obiettivo che mi do, la forza propulsiva verso questo è molto più forte.
Il punto però è che, quando si scende sul piano pratico, a livello di comportamento influiscono altri meccanismi più vicini alla situazione contingente.
Un esempio?
Sto andando in palestra perché sto mettendo su peso e questa decisione è concorde con i miei valori di vita sana e con il fatto che io non mi identifico con una tipologia di persona che “si lascia andare”.
Eppure, la sera mi chiama un amico che non vedo da tempo per uscire e cambio programma lasciando la palestra per andare a prendermi una birra con lui (magari anche due o tre).
Per poi pentirmi il giorno dopo. (é successo di nuovo!)

Ciò che piace sul momento vince su ciò che da benefici sul lungo periodo.
Questo almeno nella stragrande maggioranza dei casi.
Se si provasse piacere nel qui ed ora sarebbe molto più facile rimanere costanti.
Ed una volta che si è costanti, l’abitudine si lega a doppio filo con i nostri valori ed il nostro io.
Si lega così tanto che interrompere la routine diventa strano.
Nulla di incredibile o inarrivabile. Ognuno di noi conosce esempi di persone che fanno attività fisica e che provano piacere nel farla. L’esempio più banale è la partita a calcetto con gli amici.
Il piacere e il divertimento insito nella pratica diventa il premio della pratica stessa.
Bellissimo no?
Certo, ma come si fa ad adattarlo a ciò che vogliamo raggiungere?
Ecco cosa ha funzionato per me.
Chi ha voglia di andare in palestra è imitabile e la sua motivazione è riproducibile.
Chi prova piacere in una certa attività fisica è imitabile.
Il percorso mentale che lo porta a provare piacere, divertimento, soddisfazione è qualcosa che può essere “estratto” e “replicato” dentro di noi.
Occhio qui, perchè c’è tanta fuffa in giro.
NON si tratta di scimiottare il runner se vogliamo provare piacere nel correre.
Si tratta piuttosto di comprendere cosa in chi corre abitualmente genera il piacere di farlo.
Come fare?
Parla con queste persone, leggi interviste, guardali mentre si allenano e cerca di immedesimarti. Rimani in ascolto di quello che succede nella TUA testa quando sei in attività.
Perchè è quello che succede nella tua testa che conta.
I meccanismi che si attiveranno quando riprodurrai quello che fa chi raggiunge gli stessi obiettivi che vuoi raggiungere tu, sono quelli che contengono la chiave per la tua motivazione.
Facile?
Nulla che valga la pena raggiungere è facile.
Non è un caso che molti si affidino a dei mental coach (come ho fatto anche io per il mio percorso nel 2003 per i miei primi obiettivi).
Fattibile?
Assolutamente sì.
Io, al pari dei molti clienti che ho avuto come mental coach, ne sono la prova. Non servono talenti particolari ma giocarsi al meglio le proprie risorse.
… senza sprecarle…

Riassumendo: devi calarti nei panni di chi l’allenamento e i risultati che vuoi ottenere li vive già e trovare la tua personalissima via per utilizzare gli stessi schemi che in loro generano il piacere della pratica.
In tal modo imparerai a trovare piacere nella pratica in sé e per sé e sarai motivato da questo. I benefici che avrai in funzione dei risultati che vorrai raggiungere diventeranno un ulteriore bonus invece di essere la proverbiale carota da inseguire.
Ma oltre a tutto questo occorre capire che i risultati importanti richiedono tempo. Una maratona, per quanto tu possa essere motivato e ben allenato rimane comunque una maratona.
Ecco perché ci sono 6 strumenti che ti consiglio caldamente di utilizzare mentre ti fai le ossa e impari da te stesso.
6 Strumenti per costruire la tua voglia di andare in palestra

Ecco il tocco finale.
Questi 6 strumenti ti consentiranno di costruire una struttura solida mentre scopri ciò che funziona per te nel mantenerti motivato sul lungo periodo.
Sarà un percorso impegnativo, aspettati difficoltà e aggiustamenti di rotta, sono parte integrante di qualsiasi processo di miglioramento personale.
Se fosse semplice non ci sarebbero così tante persone che iniziano e mollano dopo nemmeno un mese ed altre che richiedono l’aiuto di un coach per trovare la chiave motivazionale perfetta per loro.
Se il risultato che stai cercando è in linea con i tuoi valori e la persona che vuoi davvero diventare ecco allora cosa ti aiuterà a sostenerti in questo percorso.
Vamos!
1 Dotati di un obiettivo.

Se non hai un obbiettivo non hai un percorso.
L’obiettivo deve essere specifico.
Avere un obiettivo poco specifico è come scrivere su Google “qual è quella canzone che fa La, la la, la la, laaaa?” se ci arrivi è fortuna.
Cosa voglio dire?
Che se il tuo desiderio è essere costante nell’andare a fare bodybuilding devi associare qualcosa di preciso a questo desiderio.
Voglio dire. Ci sono persone che sono estremamente costanti nell’iscriversi a settembre, fare due allenamenti e poi sparire per un anno.
Sono costanti ma in una direzione che pochi riterrebbero desiderabile.
Per te essere costante vuol dire 2 volte a settimana per 10 mesi?
Bene. Quello è il tuo obiettivo.
Altri fattori importanti sono la realisticità dell’obiettivo, la sua scomposizione in un percorso attuabile, la sua misurabilità e l’arco di tempo in cui vorrai raggiungerlo.
Vediamoli.
2 Fai un piano sostenibile.
Il percorso da dove sei adesso sino dove vuoi arrivare prevede che tu consideri diversi parametri di sostenibilità.
Parliamo di realisticità dell’obiettivo (puoi davvero farlo?) realisticità del percorso (stai mettendo troppa carne al fuoco?) misurabilità di quello che stai facendo (dati alla mano sto raggiungendo o no l’obiettivo?) e collocazione temporale del successo previsto.
Questa alchimia deve inoltre inserirsi nella tua vita senza sconvolgerla completamente altrimenti presto o tardi la routine ti boicotterà o troverai il modo di boicottarti da solo.
3 Risultati e premi.
Misura i risultati che ottieni e fissa dei premi.
I premi possono essere materiali (mi compro qualcosa) o emozionali (mi concedo qualcosa), non importa. Quello che importa è che siano distribuiti assieme a dei risultati che possano tracciare un percorso a tappe.
4 Scegli il divertimento da subito.
Se vuoi imparare come avere sempre voglia di andare in palestra, aiutati con l’attività che già di per sé ti sembra più piacevole ed in linea con quello che stai cercando.
Il divertimento, l’interesse o l’apprendimento di qualcosa di utile possono darti una grande spinta mentre “impari” da te stesso cosa ti porta ad essere costante.
5 Supporti esterni: cosa ti può aiutare?
Sperimenta tutto ciò che può esserti utile nel rendere la pratica piacevole mentre la fai, se la pratica di per sé non contiene già questo elemento.
Esempio banale usato da molti in palestra: la musica da ascoltare in cuffia.
Alcuni si filmano durante alcune sequenze di allenamento.
Altri tengono il report dei miglioramenti che hanno e si sfidano in nuovi esercizi o nuovi record personali. Altri ancora lanciano la propria sfida sui social, motivandosi con la necessità di non fare brutta figura.
Scopri cosa fa per te.

6 Supporti esterni: chi ti può aiutare?
Il gruppo con cui ti alleni o l’amico/a con cui condividi una avventura di miglioramento potrebbe farti da traino per tutte quelle volte in cui proprio nulla sembra funzionare.
Oppure potrebbe essere il traino maggiore.
Anche scegliere un istruttore/istruttrice che si ammira e con cui ci si sente in sintonia ha un grosso peso.
Tieni ben presente l’aspetto umano di questo aspetto e sfruttalo.
Concludendo:
Se vuoi creare una motivazione a lungo termine ed avere voglia di andare in palestra senza che debbano venire a prenderti i carabinieri a cavallo, devi cambiare il tuo modo di percepire l’attività in palestra.
Ricorda che:
- Avrai bisogno di un motivo forte.
- La forza di volontà da sola è un falso mito.
- La chiave di tutto è rendere l’attività piacevole di per sé. Sviluppare motivazione intrinseca.
- Chi riesce ad essere costante usa processi mentali che sono replicabili.
- Per replicarli abbiamo bisogno di esplorare i nostri processi e per farlo abbiamo bisogno di tempo e una struttura solida di supporto.
In questo articolo hai potuto leggere un sunto, volutamente sintetizzato e generalizzato, di ciò che funziona per me e ha funzionato per i miei clienti di coaching.
Nulla è universale e vale sempre e per tutti ma questo articolo non poteva essere l’enciclopedia britannica del comportamento umano.
Ricorda che qualsiasi percorso di cambiamento richiede impegno, azioni concrete e la consapevolezza che ci saranno delle difficoltà.
Se ti piace l’idea di vincere facile c’è il gratta e vinci.
Ma ti avviso, la finirai a grattare e basta. 😀
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