… e le relative risposte che avrei sempre voluto dare.
Ci sono 5 domande che sono come l’incantesimo Crucio se rivolte a chi fa arti marziali. Che siate praticanti o che siate istruttori (ma forse in quest’ultimo caso un po’ di più) le avrete sicuramente sentite.
Nella mia esperienza di 35 anni di pratica e 25 come insegnante ne ho sentito diverse versioni ma tutte si possono raccogliere in 5 tipologie di base.
1) Tutto il meglio del meglio
2) Le sfide impossibili
3) La soluzione universale
4) Papà castoro raccontaci una storia
5) La volpe e l’uva.
In questo articolo le tratto sotto due profili:
1) Che cosa vuole veramente chi fa la domanda.
2) Che cosa avrei sempre voluto rispondere. (sei autorizzato ad utilizzare la soluzione se ne avessi bisogno. Non ringraziarmi, ci mancherebbe. Siamo sulla stessa barca).
Siamo pronti per iniziare?
Un momento, non ancora.
Se non sai cosa si l’incantesimo Crucio documentati immediatamente
( Maledizione cruciatus ) o sparisci da questo sito.
PER SEMPRE!
Ecco quindi le 5 domande peggiori che puoi fare ad un esperto di arti marziali.
Tutte ottime per rompere amicizie, trollare o scatenare flame interminabili.

Prima di leggere la prima domanda ti chiedo un secondo. Se ancora non l’hai fatto metti questo sito tra i preferiti e iscriviti alla newsletter per rimanere in contatto.
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Infine!
Durante la lettura, se ti si accende una lampadina e ricordi altre domande da aggiungere alla lista che ho preparato, scrivile nei commenti!
Stiamo cercando di salvare una categoria di professionisti qui!
1 Per la serie “Tutto il meglio del meglio”:
Qual è l’arte marziale più forte?
ah ah ah caro bambino, quando fai questa domanda è come se chiedessi qual è il piatto migliore della cucina italiana.
Migliore per chi? Migliore rispetto a cosa?
Manca l’indice referenziale, manca a cosa il comparativo “migliore” è riferito. Migliore come tipicità della cucina nostrana? Migliore perchè piace di più a me? Oppure migliore perchè è il più conosciuto e apprezzato nel mondo?
Vero intento di chi fa la domanda:
Chi fa questa domanda in genere è altamente impreparato sull’argomento oppure ha letto moltissimo e fatto pochissimo.
La scelta si restringe a due tipi di intenti.
Voglio partecipare: “Dai, ti dimostro che sono interessato alle arti marziali anche se in verità non sono interessato ma voglio comunque partecipare alla discussione.”
Voglio litigare: “Dai dammi una risposta qualsiasi e io sosterrò il contrario così discuteremo animatamente come facevo quando discutevo alle elementari su chi era il calciatore più forte.”
Soluzione:
Questo genere di domanda è come una pozza di fango e chi ti ci invita dentro vuole rotolarcisi con te. Non c’è modo di uscirne puliti esperto di arti marziali o meno.
Il trucco è non entrarci nemmeno.
Poiché la domanda è una supercazzola bisogna ribattere con un’altra supercazzola.
Tipo: “L’arte marziale più forte è quella che ti rende più forte -breve pausa- proprio in ciò che non stai cercando.”
A te scegliere di quanto misticismo ammantarla.
Vacci giù pesante.
2 Per la serie: “Le sfide impossibili”
Chi vincerebbe tra Bruce Lee e McGregor?
Esatto, come nei fumetti Superman contro Batman o nei videogiochi. Un uomo può sognare, no?
Naturalmente puoi sostituire i due protagonisti con i personaggi che preferisci così come gli scenari. “Ma se Chuck Norris avesse combattuto DAVVERO contro Bruce Lee, chi avrebbe vinto?”
Qua siamo nel mondo delle fantasie più sfrenate. Chi vince tra un Samurai e un Ninja? Tra un lupo mannaro e un vampiro?
Vale tutto ed il contrario di tutto.

Vero intento di chi fa la domanda:
La piattaforma social Quora (qualcuno oltre a me l’ha mai frequentata?) https://it.quora.com era il regno di domande come queste e avresti dovuto vedere il fior fior di dettagliate discussioni. Ogni esperto di arti marziali voleva dire la propria.
Il vero intento?
Allenare la logica predittiva delle particelle subatomiche inquadrata nei diversi piani spazio temporali quantici, suppongo.
Ovvero: come procurarsi mal di testa usando un cellulare ed una connessione wifi.
Soluzione:
Si tratta di discussioni innocue.
Puoi entrarci dentro e sbizzarrirti. Non c’è nulla di male.
Oppure hai due opzioni fondamentali:
Glissare rilanciando il pallone: “Sarei curioso di sapere che ne pensi tu.” e annuire come un cane con la testa a molla ad intervalli regolari. ( ottima soluzione se vuoi mantenere i rapporti ) .
Bucare il pallone: “Accadesse non mi perderei un istante dello scontro.” ( ottima soluzione se i rapporti li vuoi interrompere)
3 Per la serie: “La soluzione universale”
Qual è la mossa che tutti dovrebbero conoscere per difendersi?
La mossa.
Quando sento qualcuno che dice “la mossa di arti marziali” mi viene in mente la catalogazione delle armi da fuoco usata dai giornalisti.
Vedi l’immagine al lato…
La “mossa” marchia la persona d’infamia quanto “pultloppo” o “se io avrei” in un post su Facebook.
Sai da subito che le premesse sono pessime.
Riguardo alla domanda: non siamo alla semplificazione siamo oltre.
Siamo alla ricerca di una teoria del tutto.
Ci sono così tanti elementi sbagliati in questa domanda, tra generalizzazioni, mancanza di indici referenziali e distorsioni ma per qualche strano motivo il nostro cervello tende ad abboccare e a spingere per una risposta. Resisti.
Rispondere a questa domanda è come rispondere alla tua ragazza che ti chiede se la vedi ingrassata. Stai maneggiando un ordigno inesploso.

Vero intento di chi fa la domanda:
Non farti ingannare. La domanda anche se sgangherata può essere sincera.
Semplicemente chi te la pone manca di tutti gli strumenti di base per imbastirla.
Altre volte invece vuole solo rompere le scatole.
Soluzione:
Beh, per questo non ho una vera soluzione.
Parliamo di un ordigno inesploso e pertanto io la tratto ogni volta in modo diverso a seconda di chi ho di fronte. Da buon artificiere cerco di capire di che cosa si tratta e poi cautamente faccio le mie manovre verificando di volta in volta se sto imboccando la strada giusta.
Una volta mi è stato raccontato di un maestro che aveva un approccio molto più pratico. Spiccio, direi.
La sua risposta era: “ Beh, ecco, vediamo. Supponiamo che tu mi attacchi con un pugno in questo modo…” quindi si faceva attaccare e dispensava misurate botte alla persona.
Abbastanza per far capire chi comanda, non troppo per consentire di stare in piedi e poter ricevere le informazioni sui suoi corsi.
Suppongo che in una logica contorta fosse il suo modo di fare pubblicità.
O di fare selezione all’ingresso.
4 Per la serie: “Papà castoro raccontaci una storia”
Hai mai usato le arti marziali per dare una lezione a qualcuno?

Come no.
Vuoi una storia tipo “Il punitore” o sei di quelli a cui piacciono le cose un po’ più raffinate tipo “Uomo ragno”?
Il problema di questa domanda non è il voler sapere se le abilità apprese hanno mai avuto una applicazione ma il fatto che in qualche modo si voglia la storia di una “punizione”.
Come se il fatto di essere un esperto di arti marziali desse il diritto di utilizzare la forza a proprio insindacabile giudizio. Molto diverso sarebbe chiedere, ad esempio : “Hai mai usato le arti marziali per difenderti o difendere qualcuno”
Vero intento di chi fa la domanda:
Nella maggioranza dei casi la persona sta chiedendo una storia alla stregua di quelle che si vedono nei film. Il buono che vince il cattivo e gli da una bella lezione.
Non necessariamente la chi fa la domanda è un violento.
Semplicemente interpreta la realtà della difesa personale con gli unici parametri che conosce: quelli dei film e dei fumetti.
Soluzione:
Dipende dal tono di chi ti fa la domanda.
C’è una grande differenza nell’uso della forza in stato di necessità e la violenza in sé e per sé.
Se quello che ti si chiede è quest’ultima, glissa.
Anche un “certo, ma per scelta personale non ne parlo mai.” va benissimo.
Purtroppo è molto facile fare la figura del Rambo de’ noialtri anche se l’uso che hai fatto della forza era più che giustificato.
Senza contare che se non soddisfi il desidero di sangue della persona, facile che questa inizi a fantasticare su cosa INVECE avrebbe fatto lei.
Tutti campioni del mondo a parole.
5 Per la serie: “La volpe e l’uva”
…e se ti sparano da lontano?

… e se ti attaccano da dietro con un coltello e tu non l’hai visto? ( mi sono messo contro una scuola ninja? )
… e se ti attaccano in 10? ( non pensavo di stare sulle scatole a così tante persone )
… e se ti sparano da lontano? ( speriamo non abbia buona mira )
Nessuno è mai sopravvissuto alla vita.
Nel film il 13° guerriero, in una scena memorabile un normanno risponde al protagonista “Il grande padre ha misurato il gomitolo della tua vita tanto tempo fa. Va pure in un buco a nasconderti se lo desideri ma non vivrai un minuto di più.”
Lo trovi qui Il 13 guerriero
Nel Krav Maga diciamo “Fai il meglio che puoi ogni volta. Se non basta, qualcuno ti seppellirà. Problema risolto in ogni caso.”
Vero intento di chi fa la domanda:
C’è una tipologia di persone che detesta quando qualcuno si impegna ed ottiene risultati.
Non importa il campo. Il fatto che altri riescano è come ricordarle che lei, invece, non si impegna abbastanza per ciò che vorrebbe ottenere.
Ecco quindi le domande impossibili come questa.
Fatte ad uso e consumo per potersi giustificare con “Non sono io che non riesco, è proprio impossibile e chi dice di riuscirci dice delle gran balle.”
All’università ne trovi sempre uno che ti chiede “Come è andato l’esame?” e se dici “Male” lo vedi rispondere “Oh, mi spiace.” con un sorriso da un orecchio all’altro.
Soluzione:

Buttarla sul ridicolo con una battuta.
In fondo, Chuck Norris a parte, chi può dire di avere soluzioni a casi come questo?
Lui ha soluzioni a tutto ed ultimamente anche con il 20% di Zen in più.
No, non è uno scherzo. Esiste davvero, ecco il link:
Chuck Norris, Il segreto del mio successo
Se decidi di comprare e leggere il suo libro stai attento:
C’è un pugno nascosto all’interno delle sue pagine.
Ci sono altre domande che conosci e che dovrebbero entrare in questa lista?
Scrivimelo nei commenti qua sotto.
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Questo è il mese della prevenzione alle domande fastidiose.