Ti è mai capitato di sedere di fronte al foglio bianco che ospiterà la tua prossima lezione ( o la serie di lezioni previste per la settimana ) senza avere nulla in testa?
Oppure di arrivare a lezione estremamente scarico e aver bisogno, letteralmente bisogno, di tirare fuori qualcosa dal cilindro per evitare di fare una lezione che più moscia non si può?
In questo articolo ti offrirò, in ordine di “impegno richiesto”, 7 idee per dare una svolta e vivacizzare le tue lezioni.
Prima di iniziare:
Mi preme (e molto anche) sottolineare che quelle che andrai a leggere sono idee che, se non inquadrate in una programmazione rigorosa e sensata, diventano dei semplici espedienti.
Nulla più che degli effetti speciali da aggiungere ad un film che però non ha capo ne coda.
Inoltre…
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Direi che abbiamo tutto.
Iniziamo!
Elenco ai paragrafi dell’articolo:
- Programmare ed entusiasmare
- 1) Usare un Leitmotiv
- 2) Cambiare scenario
- 3)Ridurre ai mattoni fondamentali
- 4) Sfruttare connessioni tecniche
- 5) Le tattiche dei campioni o lo studio di un caso reale
- 6) Domande e risposte
- 7) Auto-coaching
Programmare ed entusiasmare
Chi non programma l’allenamento, programma il fallimento.
Questa frase è la pietra angolare di qualsiasi corso che si rispetti.
A qualsiasi corso occorre un programma a lungo, medio e breve termine.
Spesso la carenza di idee o la necessità di dover improvvisare (spesso una vera e propria forzatura) deriva proprio dalla mancanza di una programmazione efficace.
E’ anche vero, però, che la realtà dell’insegnamento nelle palestre con un’utenza amatoriale richiede un equilibrio fatto di compromessi.
Il buon istruttore deve barcamenarsi tra quello che serve alla classe, quello che entusiasma la classe e mantiene alta la motivazione e coeso il gruppo e quello che tiene alto il suo livello di energia.
(già, anche quello è molto importante).
Se le 7 idee che andrai a leggere non possono mai essere considerate come una pezza stabile da mettere al posto di una programmazione corretta sono sicuramente un ottimo metodo per salvare capra e cavoli un buon esercizio di stile.
Talvolta usate come spezie e non come portata principale, possono dare quel tocco in più a lezioni ben strutturate.
Senza indugi andiamo alla prima!
Usare un leitmotiv
Questo è il sistema più semplice ed anche per questo ho voluto inserirlo per primo. Di fatto si tratta di inserire un filo conduttore che faccia da tramite per tutta la lezione. Chiaramente il filo conduttore deve avere un minimo di senso e di utilità.
Attenzione e reazione corretta.
Ad esempio, qualsiasi cosa stiano facendo gli allievi, al comando “burpees” tutti devono eseguire 1 burpee. Se tutta la classe esegue in modo ragionevolmente coordinato si prosegue altrimenti se ne fanno altri 4 o 9 a seconda dal livello di fitness del gruppo.
Adattamento.
Un altro esempio può essere tenere la classe sempre in movimento in corsa per tutta l’ora di lezione creando situazioni sfidanti come riuscire a mettersi le protezioni facendo jogging.
Sperimentare situazioni nuove.
Una lezione ugualmente interessante può vedere gli studenti non poter utilizzare il braccio dominante in nulla (oppure solo in situazioni tecniche, se siete buoni).
Cambiare scenario
Anche questo è un sistema semplice e che può richiedere poca o nessuna preparazione. In tutte e due le opzioni che andrò a descrivere l’atleta è spinto a ripensare quello che sa già fare in chiave differente per adattarsi al contesto.
Cambiare scenario.
Invece che allenarsi in palestra allenarsi all’aperto, nei parcheggi della palestra, all’interno di un pub o ancora a seconda delle libertà che avete allenarvi negli spogliatoi.
Per i corsi orientati alla difesa personale questa modalità è un must da inserire periodicamente (con le dovute cautele, sicurezze e autorizzazioni).
Estremamente utile anche per chi pratica arti marziali e sport da combattimento per costringere l’atleta a ripensare alle proprie tecniche in chiavi differenti.
Abiti differenti.
Un’altra possibilità è semplicemente vestire abiti di tutti i giorni (che possano essere maltrattati senza timore) durante l’allenamento.
Anche questo è un must per i corsi orientati alla difesa personale.
Ridurre ai mattoni fondamentali
Utilizzare questa modalità richiede avere una buona padronanza del sistema che insegni. In particolare devi essere preparato su quelli che sono gli aspetti biomeccanici che fanno funzionare le tecniche del tuo sistema.
Molto spesso per comprendere meglio una tecnica è sufficiente ridurla ai suoi elementi fondamentali.
Da un singolo attacco, come da una difesa, possono essere estratte le sue componenti in termini di movimento.
Questo tipo di lavoro non è per nulla banale. A dirla tutta è una modalità che, in piccole dosi (ovvero senza trasformare le lezioni in noiosissime conferenze universitarie) può essere inserita in tante lezioni.
L’istruttore spesso da per scontati moltissimi aspetti che per un principiante non lo sono affatto. Focalizzarsi su un’unica tecnica mostrando i movimenti di base di cui è composta, la combinazione sinergica degli stessi o andando ad approfondire il quando ed il perchè ha senso di esistere, è un sistema eccellente per preparare una lezione estremamente interessante.
Sottolineo, per evitare di venire frainteso, che la scomposizione della tecnica non avviene “dando più dettagli” ma riducendo la stessa ai singoli movimenti, alla scelta di tempo ed alla applicabilità a seconda della distanza.
Connessioni tecniche
Collegata alla precedente, anche questa idea richiede una comprensione sufficientemente approfondita del sistema che si insegna.
Possiamo dire, in verità, che la precedente è il presupposto su cui si fonda quest’ultima.
Il concetto di base è quello di offrire una lezione in cui si mostrano le connessioni tra tecniche della stessa famiglia o che condividono analogie nel movimento o applicazione.
Il nostro cervello lavora come una rete creando quante più connessioni possibili. Sfruttare questo talento naturale assolve al duplice risultato di creare interesse e allo stesso tempo rafforzare l’apprendimento.
La modalità è semplice, l’applicazione richiede un minimo di cura.
Scegli la tecnica che vuoi far migliorare, scomponila nei suoi elementi fondamentali, scegli altre tecniche che abbiano in comune alcuni di questi elementi.
A questo punto puoi far lavorare le due tecniche in parallelo mostrando le connessioni. Oppure, un’altra idea, è quella di utilizzarne una come “ponte” per insegnare l’altra tecnica o migliorarla.
In quest’ultimo caso sfruttando le qualità che la tecnica offre in termini di “costringere” l’allievo a migliorare uno specifico aspetto.
Case study
Questa idea richiede una buona conoscenza del tuo sistema e un pizzico di lavoro in più.
Sì, stiamo andando a salire come complessità ed impegno.
Se ciò che insegni ha a che vedere con la difesa personale, il lavoro sulle casistiche reali è il tuo pane. Ma spesso non lo è per i tuoi allievi.
L’analisi di uno scenario reale supportato dalla proiezione di un video in cui si mostra cosa è accaduto ha l’effetto di accendere immediatamente l’interesse della classe.
La lezione a tema, in questo caso, si costruisce da sola.
Se invece insegni sport da combattimento, un lavoro eccellente consiste nel ricercare su una determinata situazione, attacco, tattica di combattimento le soluzioni che grandi campioni hanno usato in gara.
Esempi per sistemi simili a boxe o kickboxing:
Come un brevilineo gestisce il combattimento con un longilineo (e viceversa); tecniche e tattiche usate contro chi anticipa con i calci; strategie contro avversari che caricano o che scappano; specialisti in una determinata tecnica.
Esempi per sistemi relativi a lotta in piedi e a terra:
Tecniche di proiezione inusuali usate da un grande campione; difese da specialisti nelle proiezioni; passaggi da una posizione di vantaggio ad un’altra; difesa da una posizione di svantaggio; difese creative da finalizzazione ( e finalizzazioni creative).
NON dei tutorial, mi raccomando.
Analisi di azioni che sono state fatte in competizione.
Anche qua, scegliendo qualcosa che la classe sia in grado poi di eseguire, la lezione si costruisce da sola.
Domande e risposte
Dai la parola alla classe e chiedi a bruciapelo che cosa vogliono imparare o migliorare. Segna 5-6 delle proposte alla lavagna e collegale in una lezione, per quanto possibile, dotata di senso
Questa modalità richiede una profonda conoscenza del sistema che insegni, una buona creatività e capacità di improvvisazione.
In verità nemmeno così tanto, visto che, alla fine, le domande sono spesso le stesse. In particolare se conosci i tuoi allievi, saprai più o meno in anticipo dove andranno a parare.
Auto-coaching
Ultima modalità, lezione di auto-coaching.
Questa è la modalità dell’istruttore “pigro” per eccellenza. Infatti la classe, riscaldamento a parte (che deve essere ottimo e abbondante), fa tutto da sola.
Ma essere pigri ha un prezzo! Il setting della lezione e la tua continua presenza sono, infatti, importantissimi, perchè la classe lavori in modo produttivo anziché a casaccio.
Raccomando questa modalità per classi avanzate che siano in grado di cogliere, guardando l’esecuzione di una tecnica, cosa manchi o cosa sia da aggiungere.
Puoi utilizzare questa parte per il miglioramento tecnico o anche per lo sparring. Dividi la classe in gruppi da tre.
Due che si allenano e uno che filma con il cellulare.
Ogni round (consiglio 2 minuti) chi filma su uno dei due praticanti (se si tratta di sparring) o su chi sta lavorando attivamente (se si tratta di tecniche in cui uno agisce e l’altro asseconda; o tecniche ai focus mitts).
Al termine dei due minuti chi ha agito guarda se stesso nel video. Ha due compiti da mettere in pratica:
1) riconoscersi una cosa fatta bene.
2) trovare una cosa da migliorare in round successivo.
Ogni round cambiare i ruoli in modo che dopo 6 round ognuno abbia fatto tutto 2 volte e possa verificare se il compito di migliorare quello che ci si era ripromessi al round 1 è stato assolto o meno.
Questa modalità può essere ripetuta diverse volte all’interno della stessa lezione per dare modo al gruppo di lavorare su più tecniche.
Sottolineo ancora una volta che anche se la classe, di fatto, lavora da sola, vostro sarà il compito di dirigerla dall’esterno ricordando le procedure ed i tempi.
Concludendo
Eccoci giunti alla fine di questo articolo.
Ho voluto darti quelli che secondo me sono le 7 idee applicabili (anche solo attraverso la lettura di un articolo) per uscire dall’impaccio di una lezione in cui si è stanchi o non si hanno idee per rientrare poi nella programmazione usuale.
Alcune di queste idee sono “spezie” da usare anche nelle lezioni regolari e l’utilizzo di queste 7 modalità non può sostituire in alcun modo una programmazione a lungo, medio e breve termine.
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Continua la lettura, se vuoi con:
https://massimofenu.it/storie/il-costo-nascosto-della-conoscenza
https://massimofenu.it/storie/le-5-domande-peggiori-che-puoi-fare-ad-un-esperto-di-arti-marziali
Sapevi che ho scritto dei libri sull’insegnamento ?
https://massimofenu.it/max-books
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